Disturbi sessuali

Scritto da Gargantini Claudio il 24 marzo 2011  

“L’ultimo traguardo della ragione è riconoscere che ci sono un’infinità di cose che la oltrepassano”
Blaise Pascal

La maggior parte dei disturbi sessuali ha un funzionamento appartenente ad una logica paradossale. «Più cerco l’erezione e meno la trovo!» «Più cerco di rilassarmi più mi fa male e mi irrigidisco!» «Quando sono lì cerco di pensare ad altro, mi sforzo di resistere, ma niente! Finisco prima di avere cominciato!» «Ogni volta che mi si avvicina cerco di inventarmi qualcosa da fare o faccio finta di dormire perché non voglio trovarmi nella situazione in cui debba ammettere di non aver voglia…»

Il modello strategico ha messo a punto numerose tecniche di intervento che ricalcano la logica di funzionamento dei problemi sessuali, ovvero la logica paradossale. Queste tecniche si adattano a risolvere in tempi brevi molti disturbi che logorano la quotidianità delle persone, ricadendo a cascata nel travolgere la loro autostima e la fiducia in loro stessi. I disturbi sessuali hanno la triste caratteristica di mettere in crisi numerosi rapporti di coppia e di portare gli interpreti di quelle scene sofferenti a rimettere in discussione non solo le loro capacità sessuali, ma “i grandi significati” della propria vita di coppia nonché della propria esistenza.
Una notte di fine settembre, dopo che l’estate ormai aveva fatto il suo corso portandosi via quel che rimaneva delle voglie di vita all’aria aperta, mangiando anguria e bevendo sangria, si presenta alla mia porta Marco(nome di fantasia), un ragazzo di 30 anni, dicendo di aver passato una terribile estate. Per lui l’energia estiva si era trasformata in una terribile sensazione di fallimento. È insieme da tre anni a Francesca (nome di fantasia), una bellissima ragazza ventottenne, dolce, affettuosa e sensualmente “provocante”. Quello che gli è accaduto quest’estate non gli era mai capitato! In un’occasione specifica, appartatosi con la sua ragazza alla fine di una serata passata in compagnia di amici, Marco si è trovato a vivere la sua prima esperienza di “fallimento”. Dopo quella sere ha vissuto esperienze ripetute di fallimento ricercando la “solita” performance sessuale, ma inceppandosi una, due, tre, quattro, decine di volte. Dopo il primo episodio in cui non ha avuto la solita erezione, nelle occasioni successive Marco si è concentrato sempre più per trovarla, ma questa volta “chi ha cercato non ha trovato!” e Marco è sprofondato in una vera e propria crisi esistenziale cercando risposte a domande che piano, piano gli hanno inondato la mente: Perché? Avrò qualcosa? Cosa avrò? Sarà Francesca che non mi attira più? O sono troppo attratto da lei e molto insicuro di me? La mia storia è arrivata al capolinea?
Quando arriva da me inizio ad indagare il funzionamento del problema che mi porta. Come spesso accade in queste situazioni, con i migliori intenti Marco ha ottenuto i peggiori effetti. Mosso dal desiderio di risolvere il suo problema di mancata erezione, Marco ha cercato di comandare intenzionalmente, con la propria testa, qualcosa che per natura è spontaneo nella sua espressione. Ogni volta che cerchiamo di interferire con la ragione in una normale espressione fisiologica, ne alteriamo la manifestazione stessa. Nel caso dell’erezione, quando ci troviamo a vivere un evento, anche casuale, di mancata erezione, possiamo entrare in allarme e voler comandare ciò che fino a quel momento non ha mai necessitato “troppi comandi”. È proprio questa nostra tentata soluzione che incomincia a mettere in crisi il tutto: ogni volta che ricerco intenzionalmente l’erezione, per di più con la sottostante paura che questa non verrà, lei non si fa nemmeno vedere. Un’altra tentata soluzione messa in atto da Marco è stata quella di evitare situazioni in cui avrebbe potuto misurare il proprio fallimento. Quando si evitano certe situazioni, l’effetto che si produce è un aumento della paura dell’evento evitato, tracciando il sentiero verso il prossimo evitamento; così facendo si incrementa la sfiducia in se stessi e nelle proprie capacità di avere una performance all’altezza della propria sicurezza.
Con Marco il lavoro è durato meno di dieci sedute. L’impostazione terapeutica è stata quella di imporgli il “divieto di penetrazione” e di farlo sbizzarrire nella ricerca di metodi alternativi, rispetto a quelli conosciuti, aventi come finalità quella di procurare piacere alla propria compagna, ma sempre vietandogli di tentare il rapporto sessuale completo. In quarta seduta Marco si è presentato con evidenti sensi di colpa in quanto non aveva rispettato il mio divieto. In maniera “apparentemente magica” il suo problema si era sbloccato. Il lavoro è proseguito nel consolidare la ri-acquisizione delle sue capacità e della propria autostima.

“Non c’è cosa più desiderabile di un limite da trasgredire”
O. Wilde

Autore: Dott. Claudio Gargantini