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Dott.Claudio Gargantini, Psicologo, Psicoterapeuta, iscritto all’albo della regione Lombardia n°11154.
- Laureato all’Università degli Studi di Padova in psicologia clinica.
- Master in Comunicazione e Problem Solving Stratregico e Coaching Strategico presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, diretto dal prof. Giorgio Nardone.
- Master in Psicologia Giuridica, Valutazione Peritale CTU/CTP organizzato dallo Studio RiPsi in collaborazione dell’Azienda Ospedaliera Sant’Anna di Como.
- Specializzato in Psicoterapia Breve Strategica presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo, diretto dal prof. Giorgio Nardone.
Ricevo a Carnate, provincia di Monza-Brianza e a Milano in Corso Lodi, 47. Cit. 5241.
Mi occupo principalmente di trattamenti
psicologici brevi e focali, individuali e familiari, che
privilegiano l’efficacia e l’efficienza d’intervento.
Quando affrontiamo una difficoltà personale, relazionale o
professionale, la prima cosa che ci viene da fare per risolverla
è utilizzare la strategia che ci sembra più appropriata, magari
perché ha funzionato in passato per difficoltà simili. Talvolta,
però, essa non funziona come ci saremmo aspettati. Questo ci porta
a intensificare i nostri sforzi in quella direzione, perché la
soluzione pensata ci appare ancora la più logica, ovvia, o l’unica
possibile.
"Se fai quello che hai sempre fatto, otterrai quello
che hai sempre ottenuto"
A. Robbins
In casi come questi è proprio lo sforzo ripetuto per risolvere
il problema ad alimentarlo, ovvero: le tentate
soluzioni messe in atto dal soggetto e dalle persone a
lui vicine finiscono per determinarne la persistenza della situazione
problematica, nonché il peggioramento della stessa. Questi tentativi
di soluzione spesso sono riconosciuti dall'interessato come non
funzionali, ma nonostante ciò non si riesce a fare altrimenti.
La naturale conseguenza di questo è una crescente sfiducia nella
possibilità di un cambiamento della situazione problematica, ovvero
nelle proprie capacità personali. Tutto questo si riversa sulla
propria autostima .
Per questo motivo l'intervento strategico si focalizza fin dall'inizio
sul rompere il circolo vizioso che
si è stabilito fra tentate soluzioni e persistenza del problema,
lavorando sul presente piuttosto che sul
passato, su come funziona il problema piuttosto che sul
perché esiste, sulla ricerca delle soluzioni
piuttosto che delle cause.
Un obiettivo importante dell’intervento è lo spostamento del punto
di osservazione del soggetto, dalla sua posizione originaria rigida
e disfunzionale (che si esprimeva nelle tentate soluzioni) verso
una prospettiva più elastica e funzionale,
con maggiori possibilità di scelta.
"Agisci sempre in modo da aumentare il numero delle
scelte"
H. V. Foerster
In questo modo la persona acquisisce la capacità di fronteggiare i problemi senza rigidità, sviluppando un repertorio di diverse possibili strategie risolutive. Per l’importanza che riveste l’efficacia e l’efficienza nel modello strategico, l’intervento è attivo e prescrittivo, volto a produrre risultati già a partire dalle prime sedute. Ove questo non avvenga, il terapeuta è in grado di modificare la propria strategia d’intervento basandosi sulle risposte date dal paziente, fino a trovare quella più adatta nel guidarlo verso i risultati desiderati.