Come risolvere un problema?
“Per chi non sa verso che porto è diretto, nessun vento è
quello giusto.
A chi sa dove andare, tutti i venti son favorevoli”
Seneca
L’approccio Strategico ha strutturato un modello di problem solving
suddiviso in quattro fasi:
1. definizione del problema, dell’obiettivo da raggiungere e analisi
delle tentate soluzioni
2. applicazione strategie
3. misurazione degli effetti e dei risultati delle strategie applicate
4. chiusura dell’intervento ridefinendo i cambiamenti ottenuti
in relazione agli interventi fatti
La definizione del problema e dell’obiettivo da raggiungere è
molto importante. Il problema deve essere definito rispondendo
alle domande riguardanti il “Cosa?”, lo spazio (“Dove?”), il tempo
(“Quando?”), le persone (“Con chi?”) e la descrizione specifica
di come funziona (“Come?”).
Si può notare come manchi la domanda “Perché?”: questo in quanto
per risolvere un problema non è necessario, ma anzi è spesso fuorviante
e dispersivo, indagarne le cause che si suppone possano essere
all’origine dello stesso.
Il superamento di una logica di causalità lineare è un altro aspetto
caratterizzante il modello strategico.
L’obiettivo da raggiungere deve avere determinate caratteristiche,
ovvero deve essere specifico (concreto e chiaro), misurabile (definito
in termini di risultati osservabili), accordato (condiviso da
tutte le persone eventualmente coinvolte), realizzabile (in base
a vincoli e risorse) e tempificato (raggiungibile in un tempo
determinato).
L’analisi delle Tentate Soluzioni consiste nell’indagare tutto
quello che è stato fatto e viene ancora messo in atto, da tutte
le persone coinvolte, al fine di risolvere il problema stesso.
In una logica di causalità circolare sono le tentate soluzioni
messe in atto che, non avendo portato alla soluzione del problema,
lo mantengono, lo stabilizzano e spesso lo complicano.
Le strategie che dovranno essere applicate saranno dirette prima
di tutto alla rottura del sistema di mantenimento del problema,
ovvero all’interruzione delle tentate soluzioni disfunzionali
messe in atto. Successivamente le strategie dovranno essere volte
allo sblocco delle risorse del soggetto al fine di permettere
un suo agire e pensare differente, in direzione dell’obiettivo
specifico accordato precedentemente.
Il modello è auto correttivo, quindi è fondamentale monitorare
gli effetti delle strategie applicate al fine di modificarle se
non hanno portato i risultati voluti o consolidarle se stanno
funzionando, fino al raggiungimento dell’obiettivo.
Nella chiusura è fondamentale ridefinire il cambiamento avvenuto
alla luce degli interventi specifici messi in atto. La spiegazione
di tutto il lavoro svolto e delle logiche non ordinarie che lo
sottendono è utile al soggetto per poter generalizzare le nuove
capacità acquisite a diverse situazioni della propria vita.
“Quando c’è la soluzione di un problema c’è la dissoluzione
del problema”
P. Watzlawick
Autore: Dott. Claudio Gargantini